Emozioni

Negli ultimi due giorni non sono stata molto bene, nulla di che, un piccolo fastidio da donna incinta che mi ha stesa a letto sofferente.
Quando sei mamma, però, non ti puoi concedere il lusso di stare male. I bambini hanno bisogno di noi comunque, il fatto che siamo in difficoltà un po' li disorienta.
Ieri mattina, quando ha suonato la sveglia, nonostante non fossi al top mi sono fatta forza e mi sono alzata. Polpetta doveva andare al nido, Marito era già al lavoro ed io dovevo prepararlo per la sua giornata educativa.
Polpetta mi ha guardata con i suoi occhioni azzurri e li ho capito che sapeva che c'era qualcosa di diverso, perciò, onestamente, gli ho spiegato che la mamma non si sentiva bene. "Perché?" Mi ha chiesto ingenuamente.
"Ho un po' di mal di pancia." Ho ammesso. "Ho bisogno che oggi tu mi aiuti perché da sola non ce la faccio, so che sei il mio campione e insieme riusciremo a fare bene le cose che dobbiamo fare per prepararci." Polpetta mi ha subito abbracciata dicendo: "ti faccio guarire io, mamma, ti do i bacini sulla pancia, così passa tutto, vedrai!" E con la sua dolcezza mi ha guarita, per lo meno nell'animo, mi ci è voluto in giorno di riposo per riprendermi.

I bambini sono così, immediati. Non puoi nascondere loro nulla. Hanno delle antennine speciali e sanno sempre quando qualcosa non va.
Conosco dei genitori che da sempre nascondono tutto ai loro figli, che ormai sono adulti, per preservarli dalle cose negative, e quando poi la verità viene a galla i figli si sentono a disagio perché non sono stati resi partecipi di cose importanti che hanno coinvolto i loro genitori.
Non sono d'accordo con questo modo di fare.
Con Polpetta sono sempre stata trasparente, ai bambini non si mente.
Capita che una mamma non stia bene, sia triste, sia arrabbiata, sia felice.
Credo che l'educazione ai sentimenti inizi da qui, dall'essere onesti con sè stessi e con le emozioni che si provano.
Alcuni mesi fa alcuni eventi mi hanno stravolto la vita ed io ero sconvolta. Mi sono ritrovata a non riuscire a trattenere le lacrime. Il mio bambino mi guardava e mi chiedeva perché stessi piangendo. Sono stata onesta. Cercando di usare le parole più semplici possibili ho spiegato cosa stava succedendo. Mentre parlavo ero preoccupata, temevo che ciò avesse delle ripercussioni sul mio bambino. In realtà lui mi ha guardata dall'alto dei suoi due anni e mezzo e mi ha detto: "non ti preoccupare, mamma, ci sono io con te, ti do un bacino e passa." E mi ha abbracciata e riempita di baci. E io l'ho ringraziato perché stavo già meglio. Non era una bugia. Era davvero così. Grazie a lui sono stata meglio.
I bambini sono questo, semplici, diretti, onesti. Non hanno paura delle emozioni, positive o negative. Le vivono e basta.
Talvolta non riescono a capire quale emozione abbia il sopravvento su di loro e sono confusi, piangono, sono arrabbiati. In quel momento è importante che noi genitori interveniamo dando un nome al loro stato d'animo, rassicurandoli ed aiutandoli a gestirlo. Non c'è nulla di male nell'essere arrabbiati, o tristi impauriti. È giusto esprimere le proprie emozioni nel modo adeguato. Se un bambino si sente capito perché la mamma da un nome alla sua emozione, impara a riconoscerla e a viverla in modo adeguato, con naturalezza.
A me intenerisce Polpetta, quando tra le lacrime mi dice di essere arrabbiato e chiede una coccola. Parliamo del perché si è arrabbiato, ci abbracciamo e la sua rabbia svanisce, perché si sente capito.

Vivere emozioni forti in famiglia, condividerle, è a parer mio una scuola di vita per i bambini, li aiuta poi ad affrontare gli stessi tipi di emozioni anche nella vita quotidiana, nel mondo esterno. Li prepara per la vita, li rende in grado di riconoscere le emozioni che si trovano davanti e insegna loro che tali emozioni possono essere gestite, che anche se  proviamo un'emozione negativa, poi passerà, si starà meglio e saremo di nuovo felici insieme.

Commenti

  1. Ai bambini non si riesce a nascondere nulla, hanno le antenne sviluppate e percepiscono le nostre emozioni, anche se cerchiamo di tenerle nascoste

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